Ilaria Paccini

La panchina non è solo una seduta, ma un luogo di incontro, di posa e di riposo, dove si aspetta…e si chiacchera, dove si piange e si ride, si sogna e si ragiona: è dunque un luogo socialmente importantissimo per una civiltà frenetica, involgarita dall’affarismo e inebetita dalla rabbia verso l’altro. La panchina è dunque anche un supporto estremamente interessante per lasciare un messaggio, in più la nostra seduta è a forma di libro ed anche i libri sono i contenitori di idee e messaggi: i supporti dove si libera la creatività e la fantasia, capace di andare oltre il proprio tempo attraverso il racconto. Una vera e propria magia… Uno dei trucchi magici dell’arte figurativa, dai tempi più antichi, è l’illusione prospettica, il trompe l’oeil, capace di introdurci e trasportarci in luoghi immaginari. Per me che sono anche una ritrattista, questa illusione può riguardare non solo il luogo, ma anche il personaggio. Ho così pensato che una panchina a forma di libro potesse essere decorata con l’illusione di avere accanto un personaggio famoso con cui poter dialogare: Karl Marx, adagiato sulla seduta, in una posa che è l’esplicita citazione del celebre quadro di Edouard Manet “le déjeunersur l’herbe”. Quando ci si siede sulla panchina, dunque, l’effetto sarà quello di poter stare accanto al celebre rivoluzionario a dialogare o a cercare di confutare il suo pensiero. Perché Karl Marx? Perché di fronte alla crisi economica, al dilagare della disoccupazione, di fronte a guerre e devastazione ambientale lo spirito del comunismo ancora si aggira per l’Europa… e quella di Marx rimane, nonostante tutti i suoi detrattori, una visione con cui fare i conti. Marx inoltre ha un particolare legame con il libro: fa ancora parte di quei grandi pensatori che hanno affidato alla parola scritta il proprio messaggio. Si inserisce il motto classico habent sua fata libelli proprio perché l’idea possiede la capacità magica di viaggiare di testa in testa, con un proprio destino tutto particolare. E’ la stessa magia che lega le persone e i destini umani, anche questi ultimi sono interdipendenti e sottostanno a forze indipendenti dal controllo di ciascuno di noi. A rafforzare il concetto, sul bordo esterno del libro-panchina verrà dipinta la scritta ““Nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali. L’insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ossia la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono forme determinate della coscienza sociale.”

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